Concerto a due voci - Sperling Privé by Mogni Mariella

Concerto a due voci - Sperling Privé by Mogni Mariella

autore:Mogni Mariella [Mariella, Mogni]
Format: epub
ISBN: 9788820092597
editore: Sperling & Kupfer


EPILOGO

Luglio 2015

VIOLA

«Evviva, nessuno avrebbe più trasformato il palazzo in un brutto albergo! Milù si stiracchiò felice sulla sua poltrona preferita, quella di velluto rosso con le lunghe gambe dorate, poi si acciambellò e sprofondò in un sonno beato. FINE.»

Premo il tasto «salva» e spengo il computer. Per uno stano caso fortunato, la storia della gattina Milù diventerà un libro per bambini, corredata da disegni pieni di poesia.

Un altro cambio di genere. Proprio mentre il mio giallo, uscito a maggio, comincia a essere letto e apprezzato.

C’è poco da fare, sono la Viola di sempre. Caotica e imprevedibile, costantemente protesa verso l’oltre.

Prendo uno yogurt e vado a mangiarlo alla finestra, nello stretto spazio che Zenzero mi concede: adora stare affacciato al davanzale.

Assaporo il fresco e il silenzio che salgono dal campo tranquillo, totalmente ignorato dai turisti che affollano Venezia in questo periodo.

È a Venezia che ci siamo conosciuti ed è qui che abbiamo iniziato la nostra vita a due.

Manfredi era tentato dall’offerta del suo amico Giorgio e io l’ho appoggiato, felice che potesse continuare la professione che ama tanto. L’avrei seguito dappertutto, perfino in Canada, se quello fosse stato il suo desiderio.

In fondo ho bisogno di poco: Zenzero, un portatile e un po’ di tranquillità per dare corpo alle storie che scrivo.

Solo del mio uomo non posso fare a meno.

Venire a vivere a Venezia ha stravolto le nostre vite in modo radicale. Ci ha proiettati in un’altra dimensione. È stato strano rinunciare alla macchina o obbligarsi a uscire quando l’acqua alta induceva a rimanere in casa. Ci siamo messi completamente in gioco, ridendo delle difficoltà e superando gli ostacoli di slancio, tenendoci per mano e incoraggiandoci a vicenda.

Gli amici mi aiutano a sopportare la separazione dai miei, ai quali ho scoperto di essere attaccata più di quanto pensassi. Primi tra tutti «Giorgione» e Stefano, i soci di Manfredi, che ho iniziato ad amare come fratelli.

Oggi è un giorno speciale: esattamente un anno fa ho conosciuto Manfredi, grazie a una stupida caduta, e stasera festeggeremo con una cena nello stesso ristorante che ha visto sbocciare il nostro amore.

Dopo la doccia mi aggiro dubbiosa tra l’armadio e lo specchio; stasera voglio essere elegante e bellissima. Durante il mio inquieto andirivieni gli occhi si posano sul mio ritratto. Su quella Viola nata secoli fa e resa eterna nell’atto di dissetare un viandante da un pittore sconosciuto. Vedermi in un quadro del Cinquecento mi sconvolge, eppure sono io quella donna, nel fisico e nei tratti somatici.

Il quadro, scoperto nella soffitta di Palazzo Donà della Pergola, è appeso nella nostra camera, proprio davanti al letto. Vittorio Rovelli ha insistito perché Manfredi lo accettasse come segno di quella stima che non gli aveva mai dimostrato in precedenza.

Cammino verso San Marco, con calma, scegliendo le calli meno battute dai turisti, e intanto penso a Manfredi, alla nostra storia su cui un anno fa nessuno, noi per primi, avrebbe scommesso.

Invece siamo qui, insieme, complementari, indispensabili l’uno all’altro. A Manfredi regalo la mia leggerezza ricevendo in cambio saggezza concreta. Mi accetta



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